venerdì 31 luglio 2009

incontri



















Oggi sono passata al negozio di frutta e verdura di Panna, una indiana sempre gentile. Dovevo regolare un piccolo credito: scambiare una spezia in polvere con un pezzo di zenzero fresco.
Lo zenzero non era arrivato così l’ho scambiato con un chinotto, il caldo mi aveva sfiancato.
Mentre chiacchieravamo di spezie, la guardavo e la trovavo bella ed elegante. L’ho sempre vista con il shalwar kameez, i capelli neri lunghi raccolti sulla nuca e i piccoli gradevolissimi orecchini indiani, di quel bell’oro più carico dei nostri gioielli perché è più vicino all’oro puro.
Le ho chiesto come potevo fare per comprare un shalwar kameez di cotone leggero come il suo. E così, con le poche parole che avevamo a disposizione, abbiamo parlato di moda indiana e di quanto fosse importante il cotone puro per essere freschi d’estate.
Ad un certo punto Panna, guardando le mie braccia nude, la scollatura e la gonna che continuavo a sventolare per il caldo, mi ha detto: “mio marito no vole che vesto così”- questa affermazione ha avuto una curiosa risonanza dentro di me.
Ad esempio non mi sono lanciata, come al solito, in difesa dell’emancipazione femminile. C’era qualcosa di buono nel senso di quelle parole, come se la volontà inespressa di Panna coincidesse perfettamente con la volontà dichiarata del marito, e lei si vantava di un marito che aveva capito le sue necessità.
L’ho anche immaginata ostaggio della cosiddetta “moda” e quello che ho visto non mi è piaciuto, così l’unica cosa che mi sono sentita di dire è stata la conferma di quanto fosse bella vestita così.








questa musica è dedicata a MARINA: "ci sono riuscita!"