domenica 23 agosto 2009

ordine - disordine



L'infinito
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovviene l' eterno,
E le morte stagioni e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio;
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
Giacomo Leopardi

P.S. l'odio per la scuola non mi aveva permesso di godere liberamente di questa poesia che tanto amavo: mi sono tolta una bella soddisfazione, infantile, ma bella. s.

6 commenti:

marina ha detto...

Io vedo forse solo ordine. E' ordine il lavoro dell'uomo (in questo caso delle macchine) ma è ordine il succedersi delle stagioni.
ciao, marina

Anonimo ha detto...

Sembra un angolo del mio paese, il Molise....

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
lodolite ha detto...

ciao marina, per disordine intendo la forza spontanea, caotica e prorompente della natura quando esplode. s.

lodolite ha detto...

ciao farfallaleggera, s.

Espresso ha detto...

Eccellente!