giovedì 17 settembre 2009

soli















Eravamo soli in quel tratto di villa Pamphili. Lui un po’ curvo, con l’aria trasandata e vinto, io con l’aria più combattiva e con una macchina fotografica appesa al collo, non ancora vinta.
Con la stessa tristezza in corpo però.
Era seduto su una panchina e mi faceva pena. L’ho notato all’andata, ma non l’ho fotografato, sarebbe stato troppo irrispettoso.
Al ritorno dalla passeggiata me lo sono trovato davanti, se ne stava andando.
Appena mi ha superato mi sono voltata e ho scattato: me lo volevo portare a casa quel vecchietto, avevamo condiviso momenti di solitudine.
Inaspettatamente al tac della macchina fotografica il vecchietto si volta e altrettanto prontamente, come tutti quelli che devono nascondere una colpa, io cambio la mia postura, come se stessi fotografando l’infinito.
Tutto si è risolto, senza danni, nel giro di un attimo, ma la mia fantasia ha fatto il resto.
Quell’essere così inerme soverchiato dal peso degli anni, conservava dentro di se una baldanza e un orgoglio che non avevo considerato, perché la pena che avevo provato per lui, salvando me stessa dalla stessa pena, troppo difficile da gestire, mi aveva impedito di riconoscere quella forza e forse rispettarla.

12 commenti:

UIFPW08 ha detto...

La dignità del silenzio, anche io l'ho incontrata e fotografata, una pagina della nostra storia.

Dona ha detto...

Anche io mi trovo spesso a sentire di voler immortalare una persona e pensare di violare la sua privacy e il rispetto. eppure vorre conservare quell'espressione, quello sguardo o semplicemente il fatto che ci sia in quel momento, in quel luogo con quella luce e che soprattutto mi trasmetta un'emozione.
A luglio ero in Abruzzo e non c'e' stato attimo che non abbia provato questo.
Non ho ancora messo un'immagine di quei luoghi, di quelle che son riuscita a scattare, le sto prendendo per mano ora e ancora mi sembra di violare.
Un aro saluto
Dona

Ora sbircio un po' le tue immagini

amatamari© ha detto...

Questione di attimi e l'oggetto percepito è già sensazione, pensiero e nome.
Chissà se qualcosa di noi dobbiamo togliere o modificare.

Arnicamontana ha detto...

bellissima pagina Simona, grazie davvero, l'ho letta e riletta e riletta ancora...

zefirina ha detto...

a volte è il pudore che ci trattiene però poi l'impulso di fermare un attimo per poi poterlo ricordare è più forte

marina ha detto...

Ciao Simona, sono contenta che tu abbia ricevuto delle visite. Il post lo meritava
un abbraccio, marina

Tereza ha detto...

cara Simona,
arrivo qui portata dalla segnalazione di Marina e scopro un angolo blog pieno di luce, di acqua, di sorrisi e di parole belle in un senso pieno e lieve al tempo stesso.
Ti metto subito nei miei link e ti ringrazio per avermi inserito fra i tuoi.

cristiana dicolamia ha detto...

Lungi da te l'idea di mancare di rispetto.
pensa che con quel clic hai fatto si'che molti sappiano dell'esistenza di quella persona.
Cristiana

pasquale senatore ha detto...

Complimenti di cuore per le bellissime parole.Hai descritto con delicatezza il tipico incontro che ognuno di noi fa quotidianamente.Il tuo non voler scattare all'inizio era legato al senso di rispetto verso l'uomo.Poi successivamente ti ha vinto la voglia di voler rendere eterno un incontro seppur fugace ed hai scattato.Non hai violato nessuna privacy perché hai scattato alle spalle dell'uomo.Poi penso che il suo repentino voltarsi al rumore dello scatto lo abbia fatto per un attimo ritrovare quell'ardore giovanile che era solo assopito.Penso che sotto sotto abbia trovato piacere per un attimo.Qualcuno per un attimo ha guardato a lui con un'attenzione diversa e lui l'ha percepita.

irish coffee ha detto...

questo è uno dei modi che la vita utilizza per dimostrarci che c'è sempre una motivazione per andare avanti
anche quando sentiamo solo il bisogno di starcene seduti
qualcosa dentro di noi ci spinge ad alzarci, a camminare
è lalinfa della vita
finchè scorre sarà lei a far da padrona
molto bello questo post
la realtà vista attraverso un'immagine
non hai rubato nulla, hai regalato un pensiero a qualcuno che non rivedrai più
la trovo una cosa bellissima
buona giornata

Sileno ha detto...

Anche a me succede di voler fermare un attimo, un'espressione, un sorriso, ma per pudore non ci riesco mai.
Mi domando frequentemente di fronte a certe immagini di morte e di sofferenza che appaiono sulle riviste o in televisione, come fa la persona che scatta o gira il filmato a preoccuparsi delle immagini anziché dell'essere umano che si trova davanti.

lodolite ha detto...

amici gazie, sono contenta di condividere con voi questi pensieri.
ciao s.