
Il ragazzo camminava senza alzare la testa dal libro, con passo dinamico.
Il Beagle correva qua e là, godendosi la libertà.
Era bello guardarli.
Incuriosita, cerco un proprietario nei dintorni: stanno insieme o è un incontro causale?
Il cane si sofferma su qualche odore interessante, il ragazzo continua il suo percorso e i due si distaccano di parecchio.
È un attimo, il cane si ridesta, alza la testa , si mette a correre e salta la staccionata.
Il ragazzo, senza fermarsi si volta impercettibilmente e controlla se che il cane c’è.
Sono di nuovo insieme. La meta è comune, ma ognuno per conto proprio.
Finalmente un sano rapporto tra padrone e cane, penso. Un equilibrio perfetto, una coppia in armonia.
Anzi no, una giusta distanza.
Finalmente avevo messo a fuoco le mie sensazioni e ora questo pensiero mi impegnava . Né troppo vicino nè troppo lontano: riuscire a scaldarsi senza pungersi, come i due porcospini della storia che gli psicoanalisti talvolta usano per fare luce.
La giusta distanza nei rapporti d’amore. Amore di coppia, amore materno, amore filiale.
Questi pensieri si allargano, ma torno al ragazzo e al cane, e penso che loro sappiano bene di sè separatamente, ma altrettanto intensamente come coppia.
E questa è la grande scommessa: perdersi nell’amore per l’altro, rimanendo sempre se stessi.